Commenti sull'Artista


Domenico Giarratano è nato a Roma nel 1950. Nel 1973, per motivi di lavoro, si è trasferito a Teramo.
In terra abruzzese ha trovato l'ambiente più congeniale alla sua personalità semplice e generosa ed al mutare della sua arte che ne riflette pienamente il carattere.
I suoi nudi di donna, le sue nature morte e i borghi che l'artista rappresenta con tocco semplice, colori tenui e precisione di particolari, si porgono con pacata tranquillità all'osservatore che ne rimane conquistato per la dolcezza che li anima.
I paesaggi soprattutto rilevano un'ulteriore vena poetica: riproducendo angoli verdi o innevati, villaggi della montagna, collina abruzzese, essi si adagiano nell'ambiente naturale senza alcun impatto e ignorano completamente la violenza delle moderne tecniche urbanistiche.
Altro elemento saliente.
L'opera dell'artista, che si inserisce nel filone classico della pittura italiana è prodiga di particolari: essa è sovente un mosaico di piccoli tratti e di piacevoli cromatismi che, fondendosi armonicament danno all'insieme un'impronta inconfondibile e piena di fascino.
Un artista innato che ha suscitato l'ammirazione ed il consenso di un vasto pubblico e numerosi critici
Sue opere fanno parte di prestigiose collezioni private di Roma, Milano, Firenze,L'Aquila Teramo ed altre città

Concezio Pierannunzi


Domenico Giarratano si catterizza per la ricerca, perennemente positiva della realtà, rispettando il duplice carattere sociologico ed individuale dell'arte, nella ferma certezza morale che essa non può essere il prodotto di sogni solitari. Egli sente la validità di ogni marcia operativa quando è legata alla sua corrispondenza con il reale, cioè con tutte le attività operanti dell'uomo contemporaneo nella natura. Giarratano, opponendosi ai valori mobili ed incerti del presente, affida la sua ispirazione artistica ad antiche testimonianze e a nuovi messaggi, con l'immutabile serenità della bellezza, per una rinnovata visione etica della natura, non di tipo intimista ma dialogico, che aiuta a pensare che tutta la scienza e il meccanismo del mondo non potranno distruggere interamente lo spirito dell'uomo.

Mario De Nigris


I " RAFFINATI PAESAGGI " DI DOMENICO GIARRATANO
Il paesaggio nella pittura come nelle foto d'arte ha rappresentato sempre un affascinante mezzo di interpretazione della poetica degli stati d'animo, strumento espressivo della forte valenza spirituale al pari della musica e della poesia. Ho avuto modo di osservare alcune opere di Domenico Giarratano, dalla critica definito " il paesaggista del raffinato " , un romano trapiantato a Teramo dal 1973 dove, a suo dire, ha trovato l'ambiente più congeniale alla sua personalità semplice e generosa. I fiumi, i boschi, le campagne e le colline del tramano rappresentano, per questo pacato signore, il modo ideale per caratterizzare la sua delicata e sobria pittura. Devo dire che la prima sensazione che ho avuto è di tranquillità. Sono rimasto conquistato dalla dolcezza dei particolari di paesaggi idillico bucolico adagiati quasi in un mosaico di piccoli tratti e piacevoli cromatismi che, fondendosi insieme, donano una impronta inconfondibile alla pittura. Domenico Giarratano mi è sembrato allettato da ciò che lo circonda con il desiderio recondito di dipingere esclusivamente per quelle persone " belle dentro ", capaci di emozionarsi davanti ad una collina fiorita, una montagna innevata, un borgo di campagna. In una delle tante mostre di Arte Teramo, Domenico mi diceva che lo scopo del suo dipingere non era farne un mestiere, ma esprimere quello che vede e sente, con l'unico intento di farsi trasportare dalla bellezza della natura abruzzese. Non dipinge quindi per mercato o per lasciare opere ai posteri, ma per celebrare l'animo di chi ama il creato e il suo Creatore. E di certo questo signore di mezza età di sensibilità romantica deve essere pieno, se riesce a rivolgersi con accenti così marcati alla rappresentazione incredibile della natura, che diventa un sipario aperto in attesa del protagonista, l'inventore del mondo che è Dio. Ecco, Domenico credo abbia il dono di far scoprire in chi guarda i suoi paesaggi, i carismi che ognuno di noi ha nel fondo della sua anima. Allora le case nell'impianto di un paesino, tra valli in fiore, gli alberi che si assiepano in un ameno boschetto, i particolari di un borgo antico, paiono lievitare sapientemente grazie all 'ardore spinto dal desiderio di raccontare i suoi sogni. Un opera d 'arte, ha detto qualcuno, sia essa realizzata da uno sconosciuto o da una celebrità, per essere apprezzata e valutata, deve riuscire a trasmettere in chi la osserva un messaggio e credo che questo non manchi nelle opere di un paesaggista così raffinato e sensibile che ha suscitato l'ammirazione e il consenso di un vasto pubblico e numerosi critici e le cui opere fanno parte di pinacoteche illustri e collezioni private sia nazionali che estere.

                                                                                                                         Sergio Scacchia

Per Domenico Giarratano il trasferimento definitivo in Abruzzo è stato il motore delle sue ricerche paesaggistiche.

Pittore oggettivo e sognatore, riporta alla realtà dei luoghi il suo sentire  emozionale, eseguendo paesaggi della campagna abruzzese che sono vere e proprie esercitazioni sul tema della veduta.

La tecnica ad olio, che dona morbidezza al modellato e alla composizione,e il suo sorvegliare lento i mutamenti atmosferici, lo hanno portato a creare opere di vero lirismo, come “ Querce sul Tordino “, un piccolo olio su tela del 2005, in cui si fondano le esperienze di Cezanne sul tema della Montagna St. Victorie e quelle del primo Corot.

                                                                                                                      Raffaella Morselli

 

Domenico Giarratano appaga il proprio animo di artista nella quiete della natura.

L’antefatto figurativo della sua opera pittorica si può riscontrare in particolare, in “ Raccoglieremo tutto “ e “ Il buon raccolto “ : due scene di impronta contadina legate, appunto alla raccolta del grano, con un’impostazione che appare estrapolata dalla figurazione di Michele Cascella, non certo avaro nella proposizione del “ paesaggio abruzzese “.

Il disegno di Giarratano, tuttavia, pur originato un da intento veristico dell’immagine, sfocia in una rappresentazione della natura in chiave spirituale, in forza di un sapiente dosaggio di luminosità che rende le atmosfere del paesaggio metafisiche.

Attraverso opere  quali “ Strada nel bosco “, “ Tracce sul sentiero “, “L’equisetum del Tordino “, “ Sinfonia d’Autunno”, “ Il risvegli”, etc.., si può capire come la “ pittura di genere “ possa racchiudere e rilevare sensazioni di indubbia e rilevante forza poetica.

“ La vita silenziosa delle cose “ nei paesaggi dell’artista è animata da diffondersi della luce che genera una miracolosa unità atmosferica, un’immagine di forte impatto emotivo.

                                                                                                                       Emidio Di Carlo

Domenico Giarratano, il lirico di turno. Qualcuno lo chiamerebbe “passatista” ma a torto perché la poesia lirica non è mai tramontata, malgrado le aggressioni del cosiddetto “new style”. Meno che mai è tramontata la pittura , se pittura deve essere, e non accozzaglia di materiali non identificati,  come si fa ormai nelle cosiddette avanguardie. Il senso di pace che si genera nelle sue vedute è naturalmente emblematico.

                                                                                                                      Giovanni Corrieri